giovedì 27 gennaio 2011

1900-2010: La Kodak Brownie Box Camera ha compiuto110 anni


Nel 1898 George Eastman, fondatore della Eastman Kodak Company,  convocò  Frank Brownell, suo progettista di apparecchi fotografici, e gli disse: Bisogna fare in modo che più gente, anche i bambini e le giovinette, possa avvicinarsi e appassionarsi alla fotografia così da incrementare la vendita delle mie pellicole. Si ingegni dunque di progettarmi un apparecchio che sia il più semplice e il meno costoso mai realizzato, che sia portatile, piccolo, maneggevole e, soprattutto, affidabile. Brownell si ripresentò con una scatoletta nera in legno ricoperto di cartoncino similpelle di cm. 8X14,5x11 pesante poco più di 400 grammi che la Eastman Kodak mise in vendita nel febbraio del 1900 a soli 2 dollari. George Eastman ne predispose il lancio sul mercato battezzandola Brownie Camera, giocando apparentemente sul vezzeggiativo derivato dal cognome del progettista ma evocando in modo palese i Brownies, protagonisti di una fortunata serie di storie illustrate che, fra la fine dell’ottocento e i primi del novecento raggiunse una tale popolarità nel continente nord americano da divenire un fenomeno commerciale con una ricca varietà di merchandising che contemplava giochi, album per disegni, cartoline, bambolotti e pupazzi, calendari, piatti e scodelle per bambini, e un’infinità di altri oggetti, oltre a due messe in scena teatrali. I Brownies in origine sono folletti benigni della mitologia celtica delle Highland scozzesi alle cui storie, raccontategli dalla nonna, si ispirò l’illustratore canadese Palmer Cox per disegnare le creature della sua straordinaria saga. Eastman adottò  spregiudicatamente questo brand per pubblicizzare il suo nuovo apparecchio fotografico, utilizzando come testimonial i personaggi creati da Cox e, a dispetto della politica aggressiva della propria compagnia a tutela  di  copyrights e brevetti,  a Palmer Cox non venne mai riconosciuto alcun compenso per l’uso commerciale delle sue creazioni. I rivenditori Kodak si convinsero rapidamente sulla bontà del business perché i primi risultati della massiccia campagna pubblicitaria si fecero sentire rapidamente costringendoli a rinnovare frequentemente gli ordini dei nuovi apparecchi che venivano proposti nelle vetrine affiancati da pupazzi alti un metro che riproducevano i Brownie. Il genio commerciale di Eastman seppe creare un mercato che non esisteva prima! Il basso costo e la semplicità d’uso delle Brownies avrebbe comportato un repentino incremento delle vendite delle pellicole e invogliato e indirizzato i consumatori anche all’acquisto di apparecchi Kodak ben più complessi e costosi. Il successo delle sue macchinette popolari  fu straordinariamente duraturo. All’epoca si diceva che i primi diffusori delle Kodak Brownies furono zie e zii felici di avere individuato un regalo di sicuro effetto. Per i successivi 80 anni il nome “Brownie”, che ha denominato ininterrottamente dal primo modello in cartone pressato e legno del 1900 fino alla pocket camera in plastica del 1980 per circa 100 differenti modelli, fu sinonimo di fotografia popolare e numerose generazioni di famosi fotografi devono proprio a queste macchinette la scoperta della propria passione per l’arte della fotografia.

1 commento:

  1. Molto interessante l'articolo e molto istruttiva. Molte cose non posso nemmeno iniziare.

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