Ecco
io non ce l’ho mica contro le mosche solo che proprio non le posso
sopportare che in estate entrano dappertutto ma sono troppe e a cosa
servono io le detesto come dice il mio babbo che neanche lui le può
soffrire ma dice che con tutte quelle mosche intorno si sente come
una merda di vacca! Lo so che i bambini non devono dire le parolacce
ma pensare le possono pensare che i pensieri non son mica trasparenti
e uno ci può vedere dentro e dire tu hai pensato una parolaccia che
schifo! io le penso e le scrivo, così mi ricordo come si fa e ci ho
tutto un elenco di parolacce scritte che qualcuna le ho sentite dai
miei compagni come culo pistolino e passerina ma le più forti le
raccolgo al mercato che ci vado con la mia bisnonna a fare la spesa e
le ho divise in due colonne: quelle dei fruttaroli che sono molto
fiorite perché loro ci sono abituati alla natura e quelle dei pollai
che sono quei signori che vendono i polli morti che quelli vivi non è
facile convincerli a farsi tagliare a tocchi ma le sue signore dei
pollai quelle parole non le dicono che non sta bene e non fumano
neanche ma le loro sigarette se le fumano tutte i suoi mariti che
sarà per via del fumo che gli viene una bella fantasia a inventarsi
le parolacce. Qualche volta si sentono anche delle belle madonne tipo
quando a uno ci fanno cascare una cassetta di patate sui duroni che
non son mica le ciliegie di quelle più buone che a mangiarne un
chilo si può anche morire ma sono i suoi calli di quel tipo lì che
lo fanno bestemmiare se ce li pestano. Ma però le madonne io non me
le scrivo che non ha senso parlare male degli animali che ci hanno
anche loro i suoi pensieri e magari ci hanno anche i calli che ci
fanno male e sicuro se anche sapessero parlare mica griderebbero
diouomo o donnamadonna! ma il più bestiale di tutti è il tripparo
del mercato che come dice la mia bisnonna le spara proprio grasse che
lui nella cacca ci lavora tutto il santogiorno ma le signore anche
quelle col collo di pelliccia che la mia bisnonna dice che è tutto
coniglio ma comunque le signore quelle con le sporte a rete e quelle
ricche con le borse di pelle si fermano davanti al suo banco a ridere
con una mano davanti alla bocca che qualcheduna non so perché
finisce che piange e dice oddìo mammamìa mi scappa quasi perché il
tripparo ci piace di avere un suo pubblico femminile e si gasa per
quello anche se forse non si scrive così.
Alla
fine mi sono perso dietro alle parole che è come lasciare aperta la
finestra alla fantasia ma non come a scuola che il maestro ti
controlla tutto e ti dice cosa stai pensando che non segui la
lezione.
Ma
mi sono ritrovato. Le mosche!
Mosche
in cucina sulla tovaglia incerata e sulle sedie, un tappeto di mosche
morte sparse come le figurine sul pavimento quando gioco a
puntinissima ma qui sono punti neri da schivare saltellando a
zoppagallina prima su un piede poi su l’altro che non mi da
fastidio il croc delle mosche quando le schiacci ma perché si
spatassano sotto le suole che quello è uno schifo davvero!
Adesso
vi dico com’è che io gli sparo il Flit in aria che sembra nebbia e
gli canto quel motivetto dell'aradio che fa ammazza
la mosca col flit! ma
qualche spiritosone dei miei amici dicono ammazza
la vecchia col flit! che
poi bisogna rispondergli e
se non muore col gas! che
questa risposta è uguale anche per le mosche ma quelle non fanno il
coro e stecchite in volo cadono a piombo con un piccolo rumore quando
toccano il pavimento che noi bambini lo sentiamo ma abbiamo le
orecchie buone mica come quelle della mia bisnonna e le mosche sembra
che non si accorgono nemmeno che finisce il loro tempo di volare.
Qualcheduna atterra sulle zampe e fa qualche tentativo di tornare a
volare ma poi decide che è meglio camminare ma poco e si arrende e
si appoggia su un fianco ma finisce che tira le ultime zampettate
all'aria.
La
mia mamma dice che il Flit è un veleno ma bisognerebbe usarlo anche
con attenzione che non si sa mica bene che cosa vuole dire ma siccome
che le mosche muoiono tutte ma anche le zanzare vuol dire che quella
nebbiolina puzzolente è di quelle che fanno male al nemico che nel
nostro caso son le mosche ma anche le zanzare che poi sono anche
peggio delle mosche che un conto è pizzicare altro è pungere. Il
droghiere il Flit lo chiama DDT ma lo vende a bottiglioni che tanto a
nessuno ci viene in mente di berlo che allora sì che muoiono anche
gli uomini. Il droghiere vende tutto nei bottiglioni che dice che
sono la sua unità di misura: la lisciva no che quella è in polvere
ma varecchina per i bucati innevati sì e glicerina per i geloni
invernali acido muriatico per sturare lavandini ma il Flit è la sua
specialità che infatti il bottegaio non la vende mica. Lui dice che
non fa mica male agli uomini che se facesse male non lo venderebbe.
Come il ferramenta che vende chiodi bulloni e amianto, un materiale
così speciale che se ci fai un paio di mutande allora ti puoi sedere
anche sulla cucina economica accesa che non ti bruci neanche le
chiappe ma comunque io non capisco perché mai a uno ci debba venite
la voglia di mettersi a sedere proprio sulla cucina economica che al
nonno ci serve da arrostire la polenta.
FINE
DELLA STORIA scritta e pensata da me
NOTE
DEL LETTORE PIÙ VECCHIO
Ammazza
la mosca col flit è
un tormentone divenuto popolare in Italia nel primo dopoguerra grazie
alla pubblicità radiofonica del Flit, ovvero il DDT, insetticida
d’uso comune nella case degli italiani che lo nebulizzavano con uno
spruzzatore a stantuffo chiamato anch’esso per estensione Flit. Il
cabaret se ne appropriò trasformandolo in un botta e risposta
goliardico con cui spesso si chiudevano le gag:
Ammazza
la vecchia col Flit!
E
se non muore,... col gas!
La
notorietà fu favorita dall’orecchiabilità di un motivetto in
stile “comica finale”, due battute con sette note, da tempo molto
famoso negli Stati Uniti, Shave
and a Haircut, Two Bits
dove
"Two bits” è un arcaismo che negli USA richiama i 25 cent, “a
quarter dollar”. Come dire: “Barba e capelli, due soldi”.
La
prima apparizione di questo motivo fu in un brano di Charles Hale del
1899, “At a Darktown Cakeworld”, ma l’accattivante simpatia
“virale” della piccola melodia la fece entrar nel repertorio di
molti musicisti come apertura e ancor di più come sigillo ironico
trasversale dal jazz, rag, bluegrass fino al rock, riconoscibile in
composizioni di Bill Murray, Dave Brubeck, Bo Diddley,...
Poi
“Shave and a haircut” entrò nella sigla dei cartoon Looney Tunes
della Warner Bros (Bugs Bunny, Duffy Duck, Titti,...) così il motivo
dilagò per il mondo fino a diventare il suono irridente delle trombe
di tante automobili e perfino un modo spiritoso di bussare alla
porta.
“Chi
ha incastrato Roger Rabbit” lo riprese e lo rilanciò alle nuove
generazioni alla fine degli anni ottanta.
Flit
in inglese è “svolazzare” ma era anche l'abbreviazione di
fly-tox (veleno per mosche), col tempo diventato un comune
riferimento al primo e più diffuso degli insetticidi moderni, il
DDT, acronimo di Dicloro-Difenil-Tricloroetano.
Il
DDT
fu
utilizzato in modo intensivo su scala mondiale per debellare la
zanzara anofele, portatrice della malaria, ma anche le pulci
portatrici del tifo. Negli anni cinquanta Food and Drug
Administration avanzò i primi dubbi sui rischi di cancerogenicità
del prodotto per l'uomo. All'inizio degli anni settanta il DDT venne
proibito negli Stati Uniti, alla fine della decade lo fu anche in
Italia. È stato provato che il DDT è un inquinante organico
persistente altamente resistente nell'ambiente ma anche negli animali
e negli esseri umani attraverso la catena alimentare.
Amianto.
Per
lui parlano i morti, quelli che son già morti e quelli che moriranno
nei prossimi decenni.