martedì 12 aprile 2011

Agata ha perso il suo primo dentino!


Ci lavorava da giorni con la punta della lingua, portando avanti il mento, spingendo il dente avanti e indietro, sentendo che piano piano cedeva aumentando il dondolìo. Questa è la piccola storia di qualcosa che non potrei mai vendere, primo perché l'oggetto non mi appartiene, secondo perché... lo scoprirete in seguito.
Intanto lei ci ragionava su.
    - Ti devo dire una cosa: si perde il primo dente perché si sta diventando grandi! Però quando perdono i denti i grandi vuol dire che stanno diventando vecchi.
Negli ultimi giorni il dondolìo era aumentato.
     - Sai papà, è emozionante sentire che si diventa grandi!
Cinque anni e tre mesi. E' caduto a scuola, la maestra il dentino glie l'ha messo in un sacchettino, ma Agata lo mostrava a tutti.
     - Ecco, questo è il mio primo dentino, mi è caduto oggi mentre mangiavo, così lo vedi com'è è piccolo e bianco, poi me lo porto a casa perché stasera lo devo mettere sotto il cuscino...
Quattro Euro e quarantaquattro centesimi le hanno lasciato la fatina dei denti dei bambini col topolino e non so chi altri si occupi di risarcire o premiare la prima caduta. Quattro e quarantaquattro, così, solo per sentirglieli contare e chiedersi perché di questo strano numero e sentire di quanto si appesantiva il salvadanaio.
       - Mammapapà, quanto vale il primo dente di un bambino?
       - Dipende da quanto si trova in tasca il topolino e da quanto gli piace quel dentino.
       - Quindi questo gli è piaciuto quattro e quarantaquatto volte...
L'ha messo in una scatolina e la mattina dopo l'ha voluto riportare a scuola.
       - Devo farlo vedere alle mie amiche che sono diventata grande!
Così per due o tre giorni. Una sera però le ho regalato una scatolina araba, preziosa, in legno intarsiato, e mi seguiva Agata col suo piccolo scrigno per le scale, in terrazza, sui fiori, in casa, in bagno...
Non si sa dove si sia perso quel dentino, la scatola era dura da aprire e lui deve essere saltato fuori di lì. Era caduto tre giorni prima ma solo ora l'aveva perso.
      - E se fosse lui che se ne è andato via? Forse aveva qualche cosa da fare, forse era curioso di vedere il mondo, dopo più di quattro anni passati dentro la mia bocca...
      - Tu dove pensi che sia finito?
      - Non lo so, ora che è primavera, nel giardino dei fiori gialli, o è volato fino alla spiaggia di Riccione, o a trovare i cavalli a Ranzano, a Kioni con le caprette, o forse è sotto al tappeto a ridere di noi che lo stiamo cercando dappertutto.
      - Speriamo che sia volato via e non finisca nella pancia di un'aspirapovere.
     - Sicuro che è finito in giardino, lui conosce la lingua dei fiori, parla un po' col glicine, coi tulipani selvatici, saluta le primule venute dai boschi di castagni poi tornerà quando diventerò mamma, a trovare i miei bambini quando perderanno il loro primo dentino.
Lui, il dente, dal suo nascondiglio, sta osservando un cuore con le trecce nere che parla con un cuore che sorride un po' distratto ma guarda dritto nel centro del foglio dove sorge un castello circondato da cuoricini, piccole mezzelune, farfalle, fiori con la bocca a forma di cuore, un arcobaleno che tutto colora come fosse un gioco, torri, piante, fiori, stelle, bambini curiosi allungati verso il margine del foglio, girandole variopinte che generano il vento e non lo subiscono, mani che mimano mani che si dipingono l'una sull'altra cuori catene fiori unghie viola (“il mio colore preferito!”).